mercoledì 21 novembre 2012

LA DEMOCRAZIA DEI LADRI

Le ricerche di Petardino Petardoni
ecco cosa ho trovato in rete dal blog di libero

LA DEMOCRAZIA DEI LADRI

Post n°303 pubblicato il 20 Settembre 2012 da r.capodimonte2009

A voglia a criticare il M5S perché Grillo e Casaleggio non sono “democratici”! A voglia sventolarlo ai quattro venti, a riempire le colonne dei quattro giornali di regime + i due berlusconiani, a voglia impegnare in dibattiti senza capo né coda intere filiere di professori, soloni, filosofi, capiredattori, esperti di filosofia, medaglie d’oro della Resistenza, tutti a sparlare del comico che sfida il moloch, ma poi…non è un democratico. A voglia comprarsi per trenta denari un povero disoccupato bolognese che Grillo ha fatto assurgere a consigliere regionale, a 3000 e al mese di stipendio, perché gli altri 12.000 glieli fa restituire, come Giovanni Favia!
Il vero problema che agita il paese, e le coscienze che ancora non sono nere o nerissime come le anime dei mestatori de La Repubblica o de Il Corriere, è quello che ci viene offerto, e per l’ennesima volta, sullo stato di fatto in cui si trovano i partiti tradizionali che si vorrebbero candidare a prendersi l’Italia per altri 5 anni! Qui non si tratta più neppure di democrazia o di Costituzione (parola tanto cara all’inquilino del Quirinale, che una volta tanto tace per decenza, lui che i partiti li ha sempre difesi e li difende!), ma di procedure penali, di galera, di ladrocinio, di uso truffaldino del denaro pubblico, che questi signori si suddividono in mazzette e si godono in festini e baccanali che neppure Trimalcione, nell’antica Roma decadente, arrivava a fare.
E non si salva proprio nessuno, diciamo nessuno, signor Presidente della Repubblica! Abbiamo cominciato con lo scandalo lombardo del PD con Penati, poi si è passati a quello UDC della sanità lombarda con la Fondazione Malgeri e il coinvolgimento di CL e Formigoni, seguito a ruota dalla batosta caduta sulla Lega dopo le confessioni di Belsito, e dall’amara vicenda rutelliana di mister Ligi (giustamente ritiratosi in convento), e ora la scopertura dei coperchi in casa PDL, con la vicenda Polverini-Fiorito. In mezzo a questi mega-scandali, in cui il denaro pubblico derubato ai pensionati e ai disoccupati dal Governo Monti e distribuito a pioggia a queste vere associazioni a delinquere, che sono diventate i partiti che lo reggono in Parlamento, diviene oggetto di accaparramento di menti criminali, in evidente collusione con i vertici (è inutile che la Magistratura, anch’essa collusa, faccia sempre due pesi e due misure, quelli di Sinistra non sapevano niente, quelli di Destra ci sono dentro fino al collo!), ci saranno per lo meno altre cinquanta inchieste minori che riguardano la corruzione, sempre a livello di partito, in campo locale! Da notare che, nell’ultimo caso, quello della Regione Lazio, si è voluto bloccare la Polverini (evidentemente per  coscienza, se non altro colpevole di scarsa attenzione!) nel dare le dimissioni, da parte di un Berlusconi mai tanto comico. Un Buster Keaton, che ha detto alla ex- sindacalista dell’UGL che se se ne fosse andata sbattendo la porta, il PDL avrebbe perso in dignità e autorevolezza. Invece gli scandali da basso impero nei quali è stato travolto il cavaliere, il PDL l’hanno esaltato? E la furia della gente, quella fatidica notte in cui fu costretto a lasciare il Governo, che lo coprì di sputi e monetine, ha favorito la dignità del Popolo delle Libertà? E che dire della pattuglia degli ex-An che fanno la voce grossa (il ruggito del topo), minacciano di andarsene, di mettere su un  partito nuovo, e poi ad un cenno del domatore, abbassano le criniere spelacchiate e ritornano a vegetare in Parlamento, sperando in un impossibile inciucio?
Insomma è tutto il sistema da coprire con un velo di vergogne, e abbatterlo, pietra su pietra, dal palazzaccio dell’ex-re, alle nicchie dove si nasconde l’immondizia più fetente, le sedi principesche dei partiti, fino ai palazzi parlamentari, della giustizia corrotta, e del fisco rapace, che stanno umiliando la nazione e irretendo il popolo italiano, ed esaltando ovviamente i privilegiati e le caste.
Ci provino adesso a sparlare della cosiddetta “antipolitica”: ci rivolgiamo alla gente che ancora ha un barlume di coscienza e un po’ di sangue nelle vene: abbandonate immediatamente i partiti tradizionali, che ormai sono soltanto nidi di lupi affamati e iene, correte nelle file della vera opposizione, non importa quale sia, ma che sia la più cattiva nel voler scardinare il sistema. Ne va di mezzo il futuro dei nostri figli e nipoti.
Un esempio? Monti e i suoi scherani, Passera e Fornero, hanno immediatamente abboccato all’alzata di testa di Marchionne, che minacciava di fare le valigie dall’Italia, e subito il rasposo personaggio ha buttato giù la lista delle richieste, che più che altro è una lista della spesa. Per l’Italia. La quale, per cinquant’anni, ha “regalato” alla Fiat migliaia di miliardi, illudendosi che la famiglia Agnelli li mettesse in investimenti. Ogni Governo succedutosi in questo lungo periodo “ha dato” come direbbe Totò, e la Fiat è “andata” sempre peggio. Prendeva i contributi (specie quelli della Cassa del Mezzogiorno, in quantità tali che oggi quella sfortunata zona del Paese potrebbe navigare nell’oro!), apriva le fabbriche e poi andava in crisi e metteva gli operai in cassa integrazione, Oggi alla Camusso che strilla, bisognerebbe ricordare che personaggi come Lama, Trentin, Cofferati sottoscrissero i patti leonini con Agnelli senza colpo ferire, proprio grazie alla concertazione, cioè alla “spartizione”!
Oggi Marchionne ripete le richieste di sempre: avere altri soldi dallo Stato o lui chiuderà i battenti. Vuole prepensionamenti, cioè altri migliaia e migliaia di esodati da mantenere a spese dell’Inps; vuole l’energia a prezzo politico, mentre quando lo chiedono quelli dell’Alcoa, Passera dice che è una bestemmia; vuole che lo Stato sostituisca tutta la flotta delle auto (circa 100.000) con auto Fiat. E all’orecchio di Monti chiederà anche che le accise sulla benzina siano abbassate, perché altrimenti la gente in macchina non ci andrà più. Così, dopo anni e anni di battaglie da parte delle associazioni dei consumatori per avere dallo Stato e dai petrolieri, che finanziano i nostri governanti sotto banco, un po’ di giustizia, Marchionne, col suo maglioncino blu, otterrà il dovuto, senza se e senza ma.
Riccardo Scagnoli

http://blog.libero.it/italiadoc/11589506.html

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