sabato 25 aprile 2020


I QUADERNI di Isabella Crescimanno (scrittura 1988)


Isabella e Luciana
Qui gli anni ruggenti 1950 – 60, e anche (45-48) voglio contare perché essi sono nel mio cuore come in nessun altra io li ho vissuti così pienamente e di quella Palermo fervida e viva mi è rimasta tale dolce e amara nostalgia che così ne divento una testimone particolare.
Io e un gruppo di ragazzi e ragazze, filavamo Palermo, eravamo la prima comitiva di piazza Politeama, di via Libertà, di casa Giaconia, delle Ancelle, di Gibilmanna di Piano Zucchi.

dal Diario di Isabella Crescimanno

Palermo - 29 - gennaio - 1942
Real Educandato Maria Adelaide 


Ieri notte c'è stato un altro bombardamento ma meno terribile degli altri, noi educande troviamo sempre lo spirito per ridere anche nelle tragedie ci dicono che siamo incoscienti ma qualsiasi evento che spezzi la monotonia del collegio è per noi una manna piovuta dal cielo. 
Maria Adelaide
L'allarme è suonato poco prima della mezzanotte ed è stato subito un fuggi fuggi per i dormitori ci siamo infilate di corsa la vestaglia e con i nostri scialletti bordò sulle spalle, camminavamo a precipizio verso i corridoi, ma le nostre istitutrici, signorina Alda Filippone e la signorina Lola (un metro circa di altezza!) ci hanno inquadrate in fila imponendoci l'ordine e richiamandoci al silenzio.
 Siamo scese tutte al rifugio di Corso Calatafimi (che per fortuna è possente)  e la vice direttrice con i suoi grigi capelli pieni di forcine (perché colta nel sonno) che scappano da tutti i lati, e porro a destra molto evidente, borsa d'acqua calda sulla pancia e vestaglione verde pistacchio, era comicissima, ma intonò subito il Santo Rosario che abbiamo recitato tutte con fervore pregando il Signore per i poveretti che sicuro morivano durante il bombardamento.
Comunque ci divertiva dalla preghiera la comicità tragica di Madame la direttrice e gli sforzi per non ridere ci facevano venire il mal di pancia.
Isabella Crescimanno
Isabella a 16 anni foto di Vittorio De Seta
All'alba è suonato finalmente il cessato allarme e siamo ritornate nei nostri letti, un po' freddi invero ma confortevoli che ci consolavano dalla paura provata. Con l'iniziare le lezioni l'indomani; ma ora è più tardi per recuperare un po' di sonno. Comunque tra il liceo è la guerra è una vita da eroi.

sabato 11 aprile 2020

Diario di bordo - agosto 1981 - Quarta parte


QUATTRO GIOVANI IN VISA

diario di bordo

Maurizio super scatenato alla chitarra

Maurizio super scatenato

alla chitarra

Di mattina siamo andati a mare alle grotte io e Antonio siamo andati col materassino in un posto bellissimo; è una grotta che portava ad una spiaggia chiusa, con una grande apertura in alto da dove entrava il sole, abbiamo rischiato di morire parecchie volte perché era un continuo vai e vieni di motoscafi, barche, gommoni che sfrecciavano da tutte le parti. Ci siamo allontanati un po' dalle nostre cose per andare a fare dei tuffi in un'altra zona e al ritorno il mistero, qualcuno si è mangiato tutte le banane, Chi sarà stato? Uno di noi, o qualcun altro? Qui ci vuole Nick Carter!
Poi ho telefonato a casa, passo la penna Turbine
Giusva



Oggi di 20/08/81 a mare
Con e Marco abbiamo fatto dei tuffi da 4,30 metri (effettivi)lì ho incontrato Pippo il pugliese di Vieste che avevamo incontrato con Carlo ad Amsterdam (il mondo è piccolo) a questo e al suo amico avevamo giurato di tirargli il collo per alcuni pacchi e furfanterie.
Forse dovremmo incontrarlo stasera a Vieste.
Stasera abbiamo fatto conoscenza con 3 ragazzi milanesi di nome: Andrea, Silvia e Giulia che avevano del buon cioccolato.

“ONLY TONIGHT POCO DI BUONO”
“ONLY TONIGHT POCO DI BUONO”
Abbiamo fatto conoscenza con un ragazzo di Rimini: Saverio. Siamo tutti un po' "alticci" abbiamo fatto fuori due bottiglie di vino (un bianco e un rosè) e una bottiglia di Martini.
Sono le 18,36 del 21/8/81
Ho appena finito di fare un aeroplanino di carta, una nerchia!!
Vi voglio scrivere di ieri notte, dopo avere fatto conoscenza con Andrea, Giulia e Silvia e Valerio con Saverio siamo stati a chiacchierare un bel po' fino a quando io, Marco, Sergio, Zampa e Giusva siamo andati a Vieste e Mauro, Valerio, Giulia Andrea e Silvia sono rimasti al camping.
Lì a Vieste avevano un appuntamento al Bar Europa con Pippo ma non si è visto, abbiamo preso un gelato e siamo ritornati al Camping.
Sergio, Marco ed io abbiamo deciso di fare il bagno.
Abbiamo preso tutto e siamo corsi in spiaggia; Sergio brucia tutti e si getta nudo di corsa nell'acqua sporca della spiaggia in ritardo parte Marco io lo seguo a gamba ma arrivato all'ombelico si rifiuta e torna indietro e io molto più lento mi sono fermato al ginocchio.

Dopo questo insuccesso siamo tornati in tenda dopo avere incontrato Mauro (alias Obelix) e siamo andati in tenda, Mauro è andato a sacco a pelo e io con i comacchiesi ci siamo messi a cazziare per un po', poi Marco si è addormentato e io e Sergio siamo rimasti a gironzolare e a cazziare fino alle 3, Poi per la noia siamo crollati.

 - fine quarta parte - 

venerdì 10 aprile 2020

Auto Storiche


Improvvisamente
nel 1979 appare a Palermo
un auto dalle caratteristiche
strepitose.
Bianca 5 posti 4 porte e portellone
850 c cubici di pura potenza
quattro marce con una aretour fantastica
sedilone anteriore intero e non reclinabile
con un pieno, no si sa di che cosa, arrivava ovunque
anche a Venezia o a San Vito oppure a Porretta Terme,
si fermava a Monza e ripartiva per Milano,
si faceva vedere a Bologna o a piazza dei miracoli a Pisa.
Alla fine preferiva sempre la A19 e la salita per Gibilmanna,
10 km in dieci minuti netti (record tuttora imbattuto nella sua categoria).
Si smontava e rimontava come una bicicletta,
nessun segreto era la mia R4 - PA352101
ma per tutti era la T U R B I N O S A
TURBINOSA
La TURBINOSA a Mozia 1980 con Filo, Zampa, Tacchino, il Reuccio


lunedì 6 aprile 2020

Diario di bordo - agosto 1981 - Terza parte


QUATTRO GIOVANI IN VISA

diario di bordo

Giusva che scrive:
Maurizio è riuscita a spegnere il fornellino. abbiamo quasi finito di mangiare: "calzoncini, frittata con patate e adesso per finire bastoncini Findus, Che schifo!

Continua Filo
sono le 21.00, sono fuori dell'ascia abbiamo conosciuto dei ragazzi di Comacchio che avevano del buon cioccolato.
Dopo avere parlato di cibo e di calze di Campingaz ci siamo bevuti un buon caffè fatto da loro. Stiamo ascoltando i Poco Di Buono.

Giorno 18
dopo un sonno che ci ha portato via gran parte della stanchezza accumulata ci siamo fatti una bella giornata di mare. Il Gargano è proprio bello è pieno di insenature baie e Grotte.
Anche se durante la notte aveva un po' piovuto il tempo è stato bello durante tutto il giorno solo un po' di velate.
Di pomeriggio dopo il mare le docce, li una Gaffe di Mauro che senza dire nulla ha preso uno shampoo di alcune persone ed è stato rimproverato. Poi alla tenda abbiamo incontrato Marco e Sergio e abbiamo organizzato una mangiatona coi fiocchi un bordello di cose ora ve le elenco:
menù
1° Tagliatelle verdi alla panna prosciutto e burro
2° frittatona con patate fritte
vini bianchi e caffè e collo di bottiglia

{un po' di humour lo sapete perché i cinesi sono tutti gialli? Perché pisciano controvento!!!
{perché gli indiani sono rossi? perché sono sempre in riserva!!


Di sera a Vieste; Casino.

Giorno 19:
Stamani sono stato svegliato da un solletico ai piedi: era Marco subito io e lui (parla turbine e scrive zampa) siamo andati a lavarci noi e le pentole.
Colazione - spesa - MARE
Siamo a circa 10 km dal campeggio in un posto chiamato Calati U Causi. Dopo una rissa nel materassino di Zampa durata circa un'ora ci siamo postiati al sole a scrivere cazzate.
Sono le 12 - 1 quarto dopo una tromba di culo (sanità di corpo) di Turbine non sappiamo + cosa scrivere.
Sergio in isto momiento è disperduto nelo mienzo de lo mar, il sole caliente picchia sulle capocce.
{meglio sudare che su prendere - Marco
sono le 24:10 siamo ritornati in tenda dopo che c'eravamo finiti in spiaggia.
Dopo che siamo tornati dal mare, e fatti una salutare doccia “tiepida”, sono cominciati i preparativi per la cena.
Mauro e Sergio sono andati al market a fare la spesa. La cena era come al solito è stata molto lunga e ha visto:
giorno 19 - menù:
tagliatelle al pomodoro e burro, hamburger, mozzarella e pancetta vini e carciofi.
Mauro aveva comprato troppi hamburger e molti si sono dovuti buttare. Poi ci siamo diretti in spiaggia con la super Radio Mangianastri Stereo di Sergio e lì il fato volle che conoscessimo Anna una napoletana che non faceva altro che parlare in dialetto.
L'indomani se ne sarebbe andata via, dopo un po' se n'è andata poi siamo stati sopraffatti dalla stanchezza e ci siamo diretti in tenda lì dopo un po' di cazzate di Mauro ci siamo messi a dormire ma io non ho più sonno e mi metto a disegnare oppure tento di dormire? Questo è il dilemma.
Ho acceso la candela della valigetta Holly Hobbie


pensierino di Giusva tra i disegni

Maurizio mi ha regalato un paio di orecchini bellissimi (Sono io che l'ho costretto a comprarmeli) orecchini comprati a Vieste 

 - fine terza parte - 




venerdì 28 settembre 2018

“Aldo Pecoraino e i suoi Sguardi Familiari”


“Aldo Pecoraino e i suoi Sguardi Familiari”

28 Settembre 2018 - ore 18,00
M.A.V. - Museo Archeologico Virtuale

Bompietro (PA)

Il 6 dicembre 2017 a soli 4 giorni dal suo novantesimo compleanno e alla sua celebrazione cittadina allo Steri di Palermo, il pittore Aldo Pecoraino driblava ogni celebrazione con una uscita ad effetto.
Moriva quella notte e lasciava sgomenti tutti quelli che lo avevano conosciuto, stimato e amato ed anche quelli che non lo sopportavano per la sua natura anarchica e senza compromessi.
Di sicuro gli amici ed estimatori si sono rammaricati di non averlo potuto celebrare in vita in maniera accademica.
Citando una introduzione del catalogo della mostra antologica curato dal suo grande amico Enzo Sellerio “La Natura è un tempio dove incerte parole / mormorano pilastri che son vivi, / una foresta di simboli che l’uomo / attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari”. Così scriveva Charles Baudelaire in Les Fleurs du mal;”
Si perché le opere e soprattutto i suoi alberi sono dei “Fleurs du mal” dove la natura prende il sopravvento e diventa simbolo per raccontare la natura umana.
Aldo Pecoraino nella sua vita (che è la sua vita pittorica) ha dipinto ALBERI e questi sono legati ai luoghi che lui amava: Gibilmanna e le Madonie.
F.P. 2018

Battesimo Aldo, Cattedrale di Palermo - 1928
Famiglia Pecoraino - 
Filippo, Mario, Veronica, Isabella, Aldo, Giuditta, Giusva - 1988
Filippo, Giuditta, Giusva, Argo, Veronica, Mario
Gibilmanna - 1972


Filippo, Mario e la grande Sughera, Gibilmanna - 1968 

Isabella e Veronica, Gibilmanna - 1968

giovedì 26 aprile 2018

Quant'è Bello L'Orto Botanico di Palermo










Aldo: mio padre il pittore

Se dovessi abbinare un odore a mio padre e alla mia infanzia sicuramente è quello dell’acquaragia di pino, si proprio quello che emanava dallo studio di mio padre e si diffondeva per tutta la casa, più forte indicava che era in casa e dipingeva, meno forte che era fuori.

Aldo come tutti gli artisti ha avuto il suo studio fuori casa dove non ci portava quasi mai ed ovviamente era off limits per mia madre, io se ricordo bene c’ero stato non più di un paio di volte.

Ma a casa aveva anche il suo studio per dipingere, in effetti a lui non serviva effettivamente uno studio, un “loft”, un grande ambiente dove chiudersi e “creare” credo che questa idea di dipingere in uno spazio chiuso lo disgustava prima come adesso, per lui basta un luogo qualsiasi con un tavolino e un cavalletto improvvisato, una sedia, alcuni barattoli di latta (preferisce quelli del tonno da 400 grammi – probabilmente perché sono già unti e si fondono bene con le terre, gli oli e l’acquaragia); una tela, un numero imprecisato di pennelli alcuni pure sottratti ai nipotini ed ovviamente uno straordinario punto di vista dove la luce sotto i suoi occhi assume le più svariate e stravaganti tonalità e che sia come soggetto una donna, un albero o una barca poco importa, ma più di tutti è la luce che vibrando nell’aria e colpendo le forme stimola la sua immaginazione e la sua sensibilità.
Il luogo più adatto per questo è stato da trent’anni ad oggi Gibilmanna, che per me come per lui è il mondo incantato il luogo dove la fiaba nasce e vive, dove esistono le avventure, l’Isola del Tesoro e l’Isola Misteriosa e dove da un momento all’altro un folletto (e ce ne sono tanti) sbucano all’improvviso da un’immensa quercia “nanna”, dove più in là, si scorge nel bosco la casa della strega cattiva che tiene prigionieri Hansel e Gretel, dove in infinite e meravigliose passeggiate ci portava alla ricerca di luoghi mai visti e alberi maestosi distrutti dai fulmini.
Ci preparavamo con Mario, Giuseppina, Veronica, forse Giuditta era ancora piccolina e restava a casa, ci mettevamo gli scarponcini, preparavamo il tascapane con della frutta e del pane e la borraccia quella militare di alluminio rivestita di panno verde che bagnavo per mantenerla più fresca, un bel bastone per uno e mio padre si preparava quello con la punta biforcuta, le vipere erano in agguato - “Mai vicino alle felci o vicino ai cumuli di pietra!” ci diceva mia madre più previdente e fantasiosamente allarmata metteva nella borsa il siero antivipera anche se era scaduto da alcuni anni – Meglio di niente!
Aldo si avviava e noi dietro all’avventura e davvero erano avventure fino ai limiti del nostro mondo, lì incontravamo l’istrice, la volpe, a volte anche un furetto, vedevamo librarsi falchi e aquile, case meravigliose costruite da architetti illuminati dei primi del novecento o una grande villa settecentesca ormai solo un rudere con una grande vasca circolare dove nuotavano bisce e rane e volteggiavano le più grandi e colorate libellule che abbia mai visto.
Mio padre così tanto “angosciato” nella guida della sua auto, in queste passeggiate si rivelava un grande esploratore dotato di incredibile senso dell’orientamento e memoria fotografica, a volte credevamo di esserci persi ma mai spaventati da questa possibilità anzi ancora più contenti.
Si credo che questi siano stati i momenti più belli e divertenti passati con mio padre.
Certo non gli unici, come quando a me e Mario ci portava a Mondello da “Calogero” che era stato suo alunno all’Istituto d’Arte e facendoci promettere di non dire niente alla mamma, ci faceva fare enormi scorpacciate di polpo, cozze e ricci, che meraviglia! Se penso che oggi vivo cose simili con mia figlia Sofia, anche lei adora polpo, cozze e ricci ma questo non preoccupa mia moglie. Si passava poi a prendere il gelato e per concludere la tentata indigestione ci portava alla bancarella di un suo stimato ed inconsapevole collega, era il “semenzaro” non ricordo il suo nome ormai è morto da tanto tempo, mi ricordo che aveva un occhio terribilmente strabico e probabilmente cieco, mi ricordava tanto quella famosa spalla di Charlie Chaplin, aveva la sua baracchina tutta tappezzata di suoi bellissimi e grotteschi disegni fatti tutti con la BIC nera in fogli di quaderno a quadretti, mi diceva che aveva un grande talento inconsapevole e sperava che rimanesse tale per preservare la sua purezza.
Queste piccole gite diventavano così delle avventure, lo spirito di mio padre spesso tetro e avvilito da mille pensieri si liberava.
Ancora ora le cose che lo interessano di più sono quelle avventurose nel bene o nel male. La sua curiosità non è diminuita negli anni, passa lunghe giornate a vedere documentari in TV sulla natura, li guarda non tanto dal punto di vista scientifico ma per la meraviglia che gli suscitano, come se parlassero di maghi e magie.
Aldo è affascinato dal metafisico come dalla psicanalisi, e fonde scienza e metascienza creando una sua astratta e surreale logica. Non per nulla legge Jung e Freud, adora i film di Bunuel e Truffaut, la vita di Houdini e Tesla, i fumetti di Gordon Flash e la Settimana Enigmistica, i romanzi di Dostoevskij e i racconti di Poe.
Credo che il primo libro che ho letto è “I viaggi di Gulliver”, ma il primo che lui mi ha dato è stato “Le avventure di Gordon Pym” di Poe, ed il secondo  “Racconti” di Guy de Maupassant. Probabilmente prima dei dodici anni avevo letto tutto Poe, alcuni romanzi di Dostoevskij, “Le sollazzevoli Istorie” di Balzac, i fumetti dell’orrore di “Zio Tibia”, “I Misteri di Parigi” di Sue e i romanzi di Verne.
Ecco perché adesso mi è difficile entusiasmarmi dei nuovi scrittori.
Lo stesso Vale per il cinema, a me e Mario ci portò a vedere prima “2001 Odissea nello spazio” e poi “Solaris”, e alcuni anni dopo “Il Pianeta selvaggio” un film d’animazione francese con disegni bellissimi, ovviamente tutti al cinema Fiamma.
Le grandi catastrofi lo affascinano: come terremoti, eruzioni vulcaniche, trombe d’aria, nubifragi, non per sadismo, ma solo per sete di conoscenza - un bel temporale pieno di fulmini gli mette il buon umore.
L’aspetto magico gli serve per non essere sopraffatto dalla volgarità e dalla pesantezza della vita quotidiana, dalle infinite spese familiari, dalla voglia di godersi la pensione e non dovere pensare più a nulla, ne alla moglie aristocratica e stravagante ne ai cinque figli cresciuti in un mondo fantastico e meraviglioso.
Già da piccolo mi sentivo raccontare le capacità sensitive e telepatiche di mio padre, e non solo perché faceva dei piccoli giochi di prestigio facendo comparire o sparire palline di carta o incantava Biagio il cagnetto, facendogli indovinare in quale mano era la caramella, ma perché cosi mi raccontavano tutti: mi aveva salvato dal crollo del soffitto a casa dei nonni.
Io ero dal nonno dovevo avere circa due anni mio padre era a casa, improvvisamente avvertì che qualcosa di pericoloso mi stava capitando, ordinò a Franca, la nostra balia, di andarmi subito a prendere, fortunatamente abitavamo nel portone accanto; Franca, che temeva Aldo, volò e appena fu subito fuori dall’uscio con me, il tetto della sala da pranzo di casa del nonno crollò rovinosamente sul tavolo dove io poco prima stavo giocando.
Un’altra vicenda rimane inspiegabile e ancora oggi quando la racconta mi viene la pelle d’oca. Dopo pranzo stava riposando, anche Isabella dormiva, sognò il suo amico il poeta Alfonso Gatto che correva verso di lui dicendogli alcune cose su Isabella, e Aldo gli gridava “ma cosa fai?” ed era quasi vergognato dell’atteggiamento sconvolto che aveva il suo amico. Si sveglia e nello stesso momento anche Isabella si sveglia e gli racconta di averlo sognato con Alfonso Gatto che discutevano animatamente, mentre lei li osservava dal balcone di casa che dava sul cavalcavia e cercava di chiamarli.
Aldo e Isabella avevano fatto lo stesso sogno nello stesso momento, con le stesse persone negli stessi luoghi con punti di vista diversi.
Quella stessa sera ascoltando il telegiornale vengono a sapere che il poeta Alfonso Gatto era morto in un incidente stradale nel primo pomeriggio a Capalbio.
Ma non significa che non è concreto sa distinguere il bene dal male, le persone buone da quelle cattive anche se alla fine sono tutti cattivi.
Se gli fai simpatia è tutto OK non si ferma più di parlarti della sua infanzia, di una Palermo meravigliosa, dei tedeschi, dei bombardamenti, della passione per gli aerei da guerra e di suo padre che in uno dei tanti assalti popolari ai magazzini di derrate aveva portato lui e i suoi fratelli, ma non sapendosi imporre in quella massa d’affamati, aspettò che tutto si fosse calmato, al ritorno con grande gioia portò a casa una tromba da capostazione e tanti libri illustrati; di sicuro la nonna Emma non ne rimase molto contenta.
Ma se non gli vai a genio c’è poco da fare, ma ti racconta tutto lo stesso comunque.
Ha insegnato per più di trenta anni all’Accademia di Belle Arti di Palermo, ha avuto tanti allievi, alcuni lo hanno odiato altri lo hanno amato, io preferisco quelli che lo hanno amato non perché si tratta di mio padre ma perché di sicuro sono più affini a me.
Se per caso va in un luogo qualsiasi se non c’è qualcosa di bello si annoia a morte, almeno ci deve essere una bella donna, un incendio, o un film di Totò, ma soprattutto una bella donna.
31- agosto – 2012
Filippo Pecorano