ecco cosa ho trovato in rete dal blog di libero
LA DEMOCRAZIA DEI LADRI
Il vero problema che agita
il paese, e le coscienze che ancora non sono nere o nerissime come le
anime dei mestatori de La Repubblica o de Il Corriere, è quello che ci
viene offerto, e per l’ennesima volta, sullo stato di fatto in cui si
trovano i partiti tradizionali che si vorrebbero candidare a prendersi
l’Italia per altri 5 anni! Qui non si tratta più neppure di democrazia
o di Costituzione (parola tanto cara all’inquilino del Quirinale, che
una volta tanto tace per decenza, lui che i partiti li ha sempre difesi
e li difende!), ma di procedure penali, di galera, di ladrocinio, di
uso truffaldino del denaro pubblico, che questi signori si suddividono
in mazzette e si godono in festini e baccanali che neppure Trimalcione,
nell’antica Roma decadente, arrivava a fare.
E
non si salva proprio nessuno, diciamo nessuno, signor Presidente della
Repubblica! Abbiamo cominciato con lo scandalo lombardo del PD con
Penati, poi si è passati a quello UDC della sanità lombarda con la
Fondazione Malgeri e il coinvolgimento di CL e Formigoni, seguito a
ruota dalla batosta caduta sulla Lega dopo le confessioni di Belsito, e
dall’amara vicenda rutelliana di mister Ligi (giustamente ritiratosi in
convento), e ora la scopertura dei coperchi in casa PDL, con la vicenda
Polverini-Fiorito. In mezzo a questi mega-scandali, in cui il denaro
pubblico derubato ai pensionati e ai disoccupati dal Governo Monti e
distribuito a pioggia a queste vere associazioni a delinquere, che sono
diventate i partiti che lo reggono in Parlamento, diviene oggetto di accaparramento di menti criminali, in evidente collusione con i vertici
(è inutile che la Magistratura, anch’essa collusa, faccia sempre due
pesi e due misure, quelli di Sinistra non sapevano niente, quelli di
Destra ci sono dentro fino al collo!), ci saranno per lo meno altre
cinquanta inchieste minori che riguardano la corruzione, sempre a
livello di partito, in campo locale! Da notare che, nell’ultimo caso,
quello della Regione Lazio, si è voluto bloccare la Polverini
(evidentemente per coscienza, se non altro colpevole di
scarsa attenzione!) nel dare le dimissioni, da parte di un Berlusconi
mai tanto comico. Un Buster Keaton, che ha detto alla ex- sindacalista
dell’UGL che se se ne fosse andata sbattendo la porta, il PDL avrebbe
perso in dignità e autorevolezza. Invece gli scandali da basso impero
nei quali è stato travolto il cavaliere, il PDL l’hanno esaltato? E la
furia della gente, quella fatidica notte in cui fu costretto a lasciare
il Governo, che lo coprì di sputi e monetine, ha favorito la dignità
del Popolo delle Libertà? E che dire della pattuglia degli ex-An che
fanno la voce grossa (il ruggito del topo), minacciano di andarsene, di
mettere su un partito nuovo, e poi ad un cenno del
domatore, abbassano le criniere spelacchiate e ritornano a vegetare in
Parlamento, sperando in un impossibile inciucio?
Insomma
è tutto il sistema da coprire con un velo di vergogne, e abbatterlo,
pietra su pietra, dal palazzaccio dell’ex-re, alle nicchie dove si
nasconde l’immondizia più fetente, le sedi principesche dei partiti,
fino ai palazzi parlamentari, della giustizia corrotta, e del fisco
rapace, che stanno umiliando la nazione e irretendo il popolo italiano,
ed esaltando ovviamente i privilegiati e le caste.
Un
esempio? Monti e i suoi scherani, Passera e Fornero, hanno
immediatamente abboccato all’alzata di testa di Marchionne, che
minacciava di fare le valigie dall’Italia, e subito il rasposo
personaggio ha buttato giù la lista delle richieste, che più che altro
è una lista della spesa. Per l’Italia. La quale, per cinquant’anni, ha
“regalato” alla Fiat migliaia di miliardi, illudendosi che la famiglia
Agnelli li mettesse in investimenti. Ogni Governo succedutosi in questo
lungo periodo “ha dato” come direbbe Totò, e la Fiat è “andata” sempre
peggio. Prendeva i contributi (specie quelli della Cassa del
Mezzogiorno, in quantità tali che oggi quella sfortunata zona del Paese
potrebbe navigare nell’oro!), apriva le fabbriche e poi andava in crisi
e metteva gli operai in cassa integrazione, Oggi alla Camusso che
strilla, bisognerebbe ricordare che personaggi come Lama, Trentin,
Cofferati sottoscrissero i patti leonini con Agnelli senza colpo
ferire, proprio grazie alla concertazione, cioè alla “spartizione”!
Oggi
Marchionne ripete le richieste di sempre: avere altri soldi dallo Stato
o lui chiuderà i battenti. Vuole prepensionamenti, cioè altri migliaia
e migliaia di esodati da mantenere a spese dell’Inps; vuole l’energia a
prezzo politico, mentre quando lo chiedono quelli dell’Alcoa, Passera
dice che è una bestemmia; vuole che lo Stato sostituisca tutta la
flotta delle auto (circa 100.000) con auto Fiat. E
all’orecchio di Monti chiederà anche che le accise sulla benzina siano
abbassate, perché altrimenti la gente in macchina non ci andrà più.
Così, dopo anni e anni di battaglie da parte delle associazioni dei
consumatori per avere dallo Stato e dai petrolieri, che finanziano i
nostri governanti sotto banco, un po’ di giustizia, Marchionne, col suo
maglioncino blu, otterrà il dovuto, senza se e senza ma.
Riccardo Scagnoli
http://blog.libero.it/italiadoc/11589506.html
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